Hai mai provato del risentimento per aver fatto qualcosa per altri, ben sapendo che dentro di te avresti dovuto dire di no?
Io stessa sono una persona che non sapeva dire di no o fissare dei salutari confini, e, per la verità, ne sto venendo fuori proprio adesso.
Imparare a stabilire dei confini è stato un percorso molto interessante per me; soprattutto si trattava di gestire la mia parte “accontentatrice” che si chiedeva se sarei stata ancora amata ed accettata una volta che avessi messo dei “paletti”.
Beh, naturalmente non scriverei questo articolo se non ne fossi venuta a capo. In questo post, che cercherò di tenere breve e focalizzato sul punto, cercherò di condividere con te quei passi che puoi iniziare a fare perché le persone inizino a rispettarti e soprattutto perché tu stessa cominci ad avere rispetto di te.
1. Quali sono i tuoi valori?
Tutti noi abbiamo un set di valori essenziali che ci rendono ciò che siamo in una certa parte della nostra vita. La chiave per vivere con vera ispirazione è essere consapevoli dei nostri valori e fare ogni giorno cose che vanno nella direzione di quei valori. Il Dr. John Demartini dice che se non riempiamo la nostra giornata di cose che per noi valgono, qualcun altro le riempirà di cose importanti per lui (o lei).
2. Qual è il tuo limite?
Non ti sto chiedendo di diventare una persona rigida che non faccia eccezioni alle regole se non per un obiettivo. No, questo sarebbe essere egoista ed insensibile. Comunque, per definire dei confini che siamo sani per noi, dobbiamo conoscere a che punto siamo, cosa siamo disposti a tollerare e cosa non tollereremmo a livello emotivo, fisico, energetico e spirituale.
3. Nota le red flags (i sintomi che hai bisogno di stabilire dei confini)
Potresti pensare, ma io non sono sicura che mi serva stabilire dei confini. Tutti mi amano e sono piuttosto felice. Buon per te! Comunque, se sei ancora curiosa, ecco alcuni segnali ai quali potresti prestare attenzione.
- Dici di sì a tutte o alla maggior parte delle cose che le persone ti chiedono?
- Fai delle cose che dentro di te sai che non vorresti fare?
- Provi risentimento dopo aver fatto qualcosa per qualcuno ma ti giustifichi dicendoti che dovevi farlo?
- Hai la sensazione di dare sempre tutto e non ricevere nulla in cambio?
- Hai la sensazione di essere una brava persona perché dai la precedenza ai bisogni altrui rispetto ai tuoi?
Se hai risposto sì a tutte o ad alcune di queste domande, i prossimi passi potrebbero essere l’inizio della tua libertà.
4. Datti il permesso
Ovviamente, il primo passo è concederti di accettare che sia salutare mettere dei limiti e dei confini. Ci sono molte ragioni per cui non lo facciamo. Ad esempio, nella nostra cultura è spesso radicato il concetto che si debbano aiutare gli altri anche se questo va a detrimento del nostro benessere. Spesso questo concetto viene dall’educazione con cui veniamo cresciuti. Ne parleremo meglio al punto #5, dove indagheremo più in profondità le radici del perché facciamo quello che facciamo. Comunque, per adesso focalizziamoci sul fatto che se non abbiamo ancora posto dei paletti, il momento di farlo è adesso.
E la domanda è: ti darai il permesso di farlo?
5. Vai alla radice
Come sai, noi in ogni momento guardiamo il mondo attraverso le lenti della nostra mentalità – che è stata programmata e poi aggiornata fin da quando eravamo bambini.
Esempio 1: Mary è stata una bambina non amata. Di conseguenza, è convinta di dover dare tutto per ricevere amore dagli altri. Quindi è proprio questo che fa con chiunque, ma una parte di sé cova risentimento al tempo stesso, e la paura di essere rifiutata la frena dallo stabilire dei limiti.
Esempio 2: a Jack è stato imposto dalla sua famiglia di cavarsela da solo quando aveva 16 anni. Ora ha 42 anni ed ha fatto bene nella vita, ma quello che gli è accaduto da adolescente gli ha lasciato la convinzione che, per sopravvivere, si debbano fare cose che non si vogliono fare. E oggi, per quanto lo odi, permette agli altri di mettergli i piedi in testa e non sa come fare in modo che la smettano.
Esempio 3: Jess ha lasciato il suo lavoro da dipendente e ha avviato il suo business. Era il suo sogno essere il capo di sé stessa e adesso ha i suoi clienti con cui lavora a stretto contatto. Ma la posta in gioco è troppo alta, non ha più la sicurezza del suo stipendio e si è creata la convinzione che per tenere a galla il suo business debba fare in modo che i suoi clienti siano felici. Questo significa che permette loro di chiamarla a ogni ora del giorno e 7 giorni su 7, che loro le chiedono enormi sconti, che si lamentino per ogni più piccola cosa che non ottengono, lasciandola completamente sopraffatta e impotente.
Guardando a questi tre esempi, puoi ben capire perché spesso si viva con la convinzione porre agli altri dei limiti possa danneggiarci. E quindi a questo punto ti chiedo di tornare indietro e scoprire… qual è il tuo sistema di convinzioni che ti impedisce di stabilire dei limiti? Quando pensi di farlo, quali paure ti assalgono?
6. Dì quello che pensi e fai quel che dici
Bene, ci stiamo arrivando. Ancora pochi passi e ti libererai dal peso di catene non necessarie! Ma prima una cosa importante. Sono una grande sostenitrice dell’integrità e l’integrità inizia a casa. Il primo passo per costruire integrità è dire quello che pensiamo e fare quello che abbiamo detto che avremmo fatto. Comincia da qualcosa di così semplice come dire di sì quando vogliamo davvero dire sì e no quando intendiamo dire no. Questo ci semplifica.
Quindi, se diciamo che non tolleriamo la cosa X ma invece la tolleriamo e siamo noi stessi a farla agli altri, come possiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere negli altri? Il cambiamento parte da dentro di noi e se invece proviamo a cambiare gli altri, molto probabilmente sarà una perdita di tempo. Comunque, c’è un modo di cambiare gli altri: è incarnare il cambiamento ed ispirare gli altri a fare lo stesso.
7. Non tergiversare
Molte persone hanno paura di dire ciò che pensano, qualsiasi cosa pensino. E spesso le persone hanno anche paura di ascoltare la verità. L’altro giorno, ho scritto un post su Facebook sul dire quello che si pensa, e mi aspettavo che sarebbe diventato un flame. Ho ricevuto messaggi di persone che mi spiegavano che non sempre si può dire la verità e bisogna mentire perché l’altra persona potrebbe non essere pronta a sentire la verità. Concordiamo sul fatto di essere in disaccordo.
Chi siamo noi per decidere a che stadio della sua evoluzione si trova una persona? Io credo che la nostra responsabilità sia di attenerci alla nostra verità, dire quello che pensiamo ed essere autentici. Però sì, è vero che è necessario dire la verità con amore ed empatia.
Per esperienza, tergiversare non ci porta da nessuna parte. Se abbiamo davvero a cuore gli altri e noi stessi, non dobbiamo cercare scuse e fare sconti su comportamenti sbagliati, ma dobbiamo affrontare queste cose. Se non mettiamo dei limiti, stiamo validando dei comportamenti sbagliati e impedendo agli altri di apprendere dall’esperienza.
8. Consapevolezza
Anche se è superfluo dirlo, è importante essere consapevoli dei nostri pensieri e comportamenti così che, quando ci accorgiamo che stiamo ricadendo nei vecchi schemi di comportamento, possiamo ricordarci che abbiamo deciso di allontanarcene e che è sano e salutare farlo.
9. Non sei responsabile di ciò che gli altri sentono
Ho lasciato alla fine la cosa più importante di tutte. Una cosa che molte persone temono è di sentirsi responsabili di come gli altri si sentono. Non sei responsabile di questo. Una volta che hai comunicato con amore ed empatia i limiti che hai deciso di stabilire, la loro reazione è una loro responsabilità. Nella mia esperienza, la mia scelta di fissare dei confini e di comunicarli sia verbalmente che energeticamente, ha fatto sentire anche gli altri liberi di fare lo stesso. Perché è proprio attraverso questi confini che coltiviamo il rispetto reciproco, costruiamo relazioni floride e creiamo una comprensione più profonda tra le persone.
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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato grazie all'autorizzazione dell'autrice. Puoi trovarne la versione originale qui.