Come reagire alla violenza verbale

Tara Blair Ball Tara Blair Ball, 19 aprile 2021
Riconoscere le molestie verbali per difendersi. Photocredit: Adi Goldstein Kob@Unsplash Riconoscere le molestie verbali per difendersi. Photocredit: Adi Goldstein Kob@Unsplash

Il primo passo per reagire opportunamente ad una violenza verbale è riconoscerla come tale

L'abuso verbale è sottile, insidioso ed estremamente doloroso, ma esistono modi efficaci e semplici di reagire, se sai riconoscere quando la violenza verbale avviene.

Nella mia famiglia di origine, sul lavoro, in amicizia, nelle relazioni sentimentali, ho avuto anch'io la mia parte di violenti. E la violenza verbale è stata quella a cui sono stata più spesso esposta, devo ammetterlo con tristezza.

L'abuso verbale è sottile ma dannoso.

La persona verbalmente molesta, in modo consapevole o inconscio, agisce per mettere la vittima in una condizione psicologica tale che lui (o lei) possa sentirsi più forte, più potente, in controllo.

Se sei tu la vittima, può darsi che tu nemmeno ti renda conto immediatamente di quello che sta accadendo, ma ti accorgerai di soffrire di bassa autostima e scarsa fiducia in te stessa. Spesso non ti sentirai capita e sarai tormentata dai dubbi.

Il mio ex marito era un esperto dell'abuso verbale del tipo "blocco e deviazione", una situazione in cui una delle due persone decide quali sono gli argomenti di conversazione buoni ed accettabili, mentre tutto il resto viene rigettato e bollato come "lamentosità".

Un esempio di questo comportamento c'è stato quando stavo lavorando al far rifinanziare il nostro mutuo. La banca ci chiese copia degli estratti conto delle nostre carte di credito. Li fornii, ma mi venne richiesta la stessa cosa anche per una carta che era intestata solo al mio ex marito. L'aveva richiesta e ottenuta anni prima, ma io mi ero completamente dimenticata che la avesse.

"Ho bisogno dell'estratto conto della tua carta", gli ho detto.

"La mia carta di credito è lì!", mi ha risposto.

"Mi serve per il rifinanziamento della nostra casa".

"Non ho tempo per cercarla. Ho del vero lavoro da fare, diversamente da te" [in quei giorni ero a casa per le vacanze di Natale, perché sono un'insegnante]. Perché mi rompi sempre le scatole quando sono impegnato?"

"Non sapevo fossi particolarmente impegnato, e devo cercare di preparare tutto entro la settimana prossima. Puoi dirmi come posso scaricare io l'estratto conto?"

"Lasciami in pace ti ho detto! Non lo so!"

(continua di seguito...)

Più tardi, ho scelto un momento in cui evidentemente non era impegnato. Stava guardando la TV e giocando col telefonino, e quindi glielo ho chiesto di nuovo. La reazione è stata, "Mi sto rilassando. Perché mi disturbi quando mi rilasso?"

Di nuovo, mi ha scaricata facendomi pure sentire in colpa perché lo avevo disturbato.

"Ah scusa! Non lo sapevo!".

Quello che ho scoperto in seguito è che il mio ex non voleva che vedessi il suo estratto conto perché non solo quella carta era piena di debiti, ma l'aveva usata per farsi accreditare delle cifre dal suo datore di lavoro, quando aveva lasciato il suo impiego.

I modi efficaci per reagire agli abusi verbali sono sorprendentemente semplici, ma tutti richiedono che la vittima si renda conto che sta subendo una prevaricazione, il che è sempre e comunque un primo passo indispensabile.

Patricia Evans nel suo libro The Verbally Abusive Relationship analizza in dettaglio come identificare la situazione abusiva, reagire, e proteggersi. Ti consiglio caldamente questa lettura se stai subendo abusi verbali in una tua relazione.

La cosa più difficile per me è sempre stata sentirmi profondamente fraintesa dai miei molestatori verbali.

Ho sempre pensato che se solo fossi riuscita a far loro capire che intendevo ________ invece di ________, allora non si sarebbero tanto arrabbiati e non avremmo litigato! Questo è quello che ho fatto. Ancora e ancora e ancora.

Ho dato spiegazioni fino alla nausea a qualcuno che non sarebbe mai arrivato a capirmi proprio perché non aveva alcuna intenzione di farlo, mentre ciò che voleva era esercitare un potere su di me.

Come spiega la Evans,

in queste situazioni mentre le vittime stanno cercando di costruire un ambiente reciprocamente cooperativo, gli aggressori stanno solo cercando di prendere il dominio.

È come se la vittima e l'aggressore vivessero in due realtà diverse.

Una vittima di abusi verbali deve superare il proprio desiderio di spiegarsi o difendersi.

Semplicemente non puoi argomentare razionalmente o confrontarti apertamente con qualcuno che sta operando su un diverso piano di realtà.

La Evans dice:

"Se qualcuno iniziasse a lanciare sassi dalle tue finestre, saresti più propenso a dirgli di smetterla di quanto non saresti di stare a spiegargli perché non dovrebbe lanciare sassi. L'abuso verbale è come un sasso lanciato sua tua finestra."

Pertanto, il modo migliore per rispondere agli abusi verbali è dire "basta".

Spesso, questo invito a smetterla deve essere seguito dall'abbandono del campo, dal fatto di andarsene.

Proprio come "no" è una frase di senso compiuto, anche "basta" lo è. Non richiede giustificazione o spiegazione perché se l'altra persona vuole veramente capire, verrà da te e cercherà di risolvere la situazione.

L'importante è che tu, la vittima, riconosca quando subisci abusi e affronti la situazione sul momento.

Dire semplicemente "basta" non è il modo per rispondere a qualsiasi forma di abuso verbale, ma va benissimo nella maggior parte dei casi.

(continua di seguito...)

Dovresti dire "stop" ogni volta che qualcuno ti dice qualcosa di simile a quanto segue: "Stai saltando a conclusioni / facendo un dramma!" "Mi stai facendo impazzire / provocando/ facendo innervosire intenzionalmente." "Non mi ami / hai bisogno di andare in terapia / devi rilassarti." "Sei pigro / grasso / stupido" o qualsiasi altra dichiarazione offensiva. " O quando ti vengono rivolti appellativi del tipo "putt@n@ O ancora, se ti danno ordini tipo: "Pulisci la casa / Portami del cibo". Se mascherano l'abuso come domande o battute: “Ma hai il ciclo? Stavo solo scherzando!"

Tuttavia, lo "Stop" non funziona in OGNI circostanza.

Dire "basta" al mio ex marito, ad esempio, quando mi stava impedendo di ottenere le informazioni di cui avevo bisogno non avrebbe funzionato. Situazioni come queste richiedono di non lasciarsi distrarre dai tentativi di diversione dell'autore dell'abuso e di ripetere la domanda, l'affermazione o il bisogno.

Ecco un esempio di come quella conversazione con il mio ex marito sarebbe potuta andare diversamente:

Io: "Ho bisogno dell'estratto conto della tua carta di credito".

Lui: "Questa è la mia carta di credito."

Io: (ripetendo la richiesta) "Ho bisogno dell'estratto conto della tua carta di credito."

Lui: "Non riesco a trovarlo ora."

Io: (ripetendo la richiesta una terza volta) "Ho bisogno dell'estratto conto della tua carta di credito."

Lui: "Posso dartelo più tardi."

Poi, una volta ancora, avrei dovuto seguire la stessa tattica finché non avessi ottenuto le informazioni di cui avevo bisogno.

La molestia verbale, come qualsiasi tipo di abuso, non va bene e spesso dobbiamo abbandonare i rapporti con gli autori di abusi per porre fine completamente all'abuso.

In situazioni in cui devi mantenere la relazione per un certo periodo di tempo, ad esempio se si tratta del tuo capo e tu non puoi lasciare il lavoro fino a quando non te ne sarai assicurato un altro, è necessario trovare altri modi per affrontare il comportamento inappropriato del momento e mostrare all'aggressore che non sopporterai quel tipo di condotta ogni volta che si verifica.

Se il tuo aggressore è qualcuno che ami, come un coniuge, Patricia Evans invita a trovare un accordo per aiutare a cambiare l'abuso verbale a lungo termine (sebbene il libro sia specifico per genere e focalizzato sulle relazioni, l'accordo potrebbe funzionare con qualsiasi molestatore verbale).

C'è speranza, e la speranza inizia con il ricevere aiuto: che si tratti di leggere articoli come questo, consultare libri come quello che ho menzionato, vedere un terapista o contattare associazioni per la difesa dalla violenza domestica. Tutti meritano di essere trattati con dignità. Compresa te. Inclusa me.

Sii felice!

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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato grazie all'autorizzazione dell'autrice. Puoi trovarne la versione originale qui.


Tara Blair Ball

Tara Blair Ball è top blogger, autrice, editrice e coach. Appassionata in particolare di relazioni e sviluppo personale. Scopri di più sull'autore