La rabbia: la usi per controllare gli altri o per crescere?

Dr.ssa Margaret Paul Dr.ssa Margaret Paul, 17 settembre 2020
La rabbia apparentemente incontrollabile e il suo messaggio. Photocredit: Booke Lark@Unsplash La rabbia apparentemente incontrollabile e il suo messaggio. Photocredit: Booke Lark@Unsplash

La nostra rabbia ci può insegnare moltissimo e se scegliamo di imparare da essa invece che usarla per controllare altri.

Molti di noi farebbero qualsiasi cosa per evitare di subire la rabbia altrui, ma poi si lasciano prendere dalla rabbia essi stessi. Molti di noi temono la rabbia degli altri ma continuano a usare la propria come strumento per controllare gli altri.

Cerchiamo di dare uno sguardo più approfondito alla faccenda e capire come possiamo apprendere dalla nostra rabbia invece di esserne sopraffatti.

La rabbia può nascere in due diversi "luoghi" della nostra interiorità.

La rabbia che proviene dalla parte ragionevole e adulta di noi può essere chiamata indignazione. L'indignazione è il sentimento che sentiamo affiorare in di noi quando ci confrontiamo con un'ingiustizia. L'indignazione è un sentimento positivo che ci spinge ad agire - per fermare la criminalità o la violenza, o l'inquinamento ambientale, eccetera. L'indignazione nasce dalla nostra parte ricca di principi, da un luogo di integrità, sensibilità agli altri e compassione.

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Ma la rabbia può anche sgorgare dalla parte adolescenziale e spaventata di noi - quella parte che ha paura di essere sbagliata e di essere rifiutata, abbandonata o controllata dagli altri e si sente intensamente frustrata davanti a queste sensazioni. Questa parte di noi teme il fallimento, l'imbarazzo, l'umiliazione, la mancanza di rispetto, l'essere impotenti verso gli altri e tutto ciò che ne deriva. Quando questi spaventosi sentimenti vengono attivati, questa parte adolescenziale, non accettando di sentirsi impotente, può reagire attaccando o scaricando rabbia come modo per cercare di controllare una persona o dominare una situazione. Esprimere rabbia è sempre indicativo del fatto che non ci stiamo prendendo cura di noi stessi, né ci stiamo prendendo la responsabilità dei nostri sentimenti e bisogni. Invece di prenderci cura di noi stessi, scarichiamo rabbia su un'altra persona incolpandola di ciò che sentiamo, nel tentativo di intimidirla e indurla a cambiare comportamento, così che possiamo di nuovo sentirci al sicuro.

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Urlare la propria rabbia crea problemi relazionali

Scaricare la propria rabbia sull'altro crea molti problemi nelle relazioni. Nessuno ama essere incolpato del malessere di un'altra persona. Nessuno vuole essere obbligato a prendersi la responsabilità dei bisogni di un'altra persona. La rabbia può generare rabbia anche nell'altra persona, oppure un senso di resistenza, il che alla fine genera una lotta di potere. Oppure la persona che è stata attaccata finisce per cedere all'altra facendo ciò che vuole, ma ci sarà comunque una conseguenza nella relazione. La persona che subisce la rabbia altrui e vi si adegua finirà per maturare una disaffezione verso l'altra, oppure escogitare modi per resistere o sottrarsi alla relazione.

Quando sentiamo la rabbia salire dentro di noi, la scelta sana che possiamo fare non è né quella di scaricarla su qualcun altro, né di reprimerla e soffocarla...ma di imparare da essa.

La rabbia che sentiamo ha sempre molto da insegnarci riguardo alla nostra responsabilità personale riguardo ai nostri sentimenti e bisogni, ed è importante trovare una strada per diventare, da vittime frustrate, persone nel pieno possesso del loro potere personale.

L'elaborazione della rabbia

L'elaborazione della rabbia è un modo potente per lasciarla andare, così come di imparare a comprendere la fonte di quella rabbia.

Lasciare andare la rabbia funziona soltanto quando la tua intenzione profonda è di imparare cosa nel tuo comportamento sta causando quella rabbia. Se invece vuoi usare la tua rabbia per incolpare, controllare e giustificare le tue posizioni, resterai bloccata nella tua rabbia. Questo processo di comprensione ed apprendimento ti sposta dalla posizione di vittima ad una di apertura interiore.

Immagina che la persona per cui provi rabbia sia seduta di fronte a te. Immagina di lasciare al tuo bambino o adolescente interiore la libertà di urlare a questa persona tutto quello che vorresti o potresti dirle. Libera tutto il tuo risentimento, il tuo dolore e la tua rabbia finché non rimanga più nulla da dire. Datti il permesso di urlare o di piangere, prendere a pugni un cuscino, arrotolarti in una coperta, colpire il letto (ovviamente non farai davvero questo in presenza della persona verso cui sei arrabbiata perché questo rito catartico, questo confronto senza esclusione di colpi sarebbe fortemente abusivo nei suoi confronti).

Ora chiediti quale persona del tuo passato ti ricorda questa persona - forse tua madre o tuo padre, o un compagno, o un nonno? Potrebbe anche trattarsi della stessa persona, se ad esempio tu fossi furiosa con tuo padre perché ti sta trattando come quando eri piccola anche adesso che sei adulta. Adesso lascia il tuo sé ferito inveire contro questa persona del tuo passato allo stesso modo in cui lo hai fatto prima con l'altra persona.

Finalmente, rientra nel presente e lascia che la tua rabbia si rivolga a te, al tuo sé ferito per la parte che tu stessa hai giocato nella situazione o semplicemente per aver trattato te stessa allo stesso modo in cui le persone di cui alla parte 1 e 2 del percorso ti hanno trattata. Questo riporterà il problema alla responsabilità personale, aprendo le porte alla possibilità di esplorare il tuo stesso comportamento. E quindi di superare la tua condizione.

Seguendo questo processo invece di cercare di controllare gli altri attraverso la rabbia, tu puoi calmarti e imparare molto sul problema reale che c'è sotto - cioè su come non ti sta prendendo cura di te nel modo giusto di fronte al comportamento di un'altra persona o ad una situazione difficile.

Ogni volta che la rabbia compare, hai sempre una scelta tra il tentativo di controllare un'altra persona e il capire cosa ti sta accadendo. La scelta migliore, per te e per le tue relazioni, è naturalmente la seconda.

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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato previa autorizzazione dell’autrice. Puoi trovarne la versione originale qui.


Dr.ssa Margaret Paul

La Dr.ssa Margaret Paul è una scrittrice bestselling, popolare autrice della rivista di benessere e lifestyle MondBodyGreen.com e... Scopri di più sull'autore