San Valentino, l'amore sognato, l'amore vissuto, l'amore vero

Valentina Catini Valentina Catini, 12 febbraio 2021
L'amore "vero" tra sogno e realtà - Photocredit: Cassie Lopez@Unsplash L'amore "vero" tra sogno e realtà - Photocredit: Cassie Lopez@Unsplash

Quando trovi un modo di immaginartelo, l'amore se ne inventa un altro per stupirti.

Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione. (Antoine de Saint-Exupery)

L’amore è forse l’unico sguardo che ci è concesso dell’eternità. (Helen Hayes).

Ah, la settimana dell’amore! Non vedevo l’ora che arrivasse. E soprattutto che arrivasse il 14 febbraio, data storicamente connotata da cuoricini, proclami d’amore, Baci Perugina, regali rossi fuoco e … picchi glicemici ad alto rischio.

Eppure, per quanto io mi senta cinica, acida e un po’risentita nei confronti di tutti quelli che vivono la loro “storia perfetta” (di solito sono gli adolescenti, perché, diciamoci la verità, a quaranta anni si è un po’ più pratici e meno sognatori), questo giorno, oltre ad essere il mio fantastico onomastico, porta sempre con sé una serie di riflessioni sull’amore, sul suo mistico significato, sulle sue sublimi e demoniache implicazioni. Sublimi, perché quando si vive un amore vero sembra di toccare il cielo con un dito (lasciando a casa Moccia, con i suoi lucchetti e le sue storie da farci venire il coma diabetico), la vita si tinge di rosa, ci sentiamo forti e pronti a tutto. Demoniaco perché a volte, l’amore non è come credevamo: diventa sofferenza, tormento, tumulto e… lacrime.

E voi mi direte: “sì, ma questo non è vero amore”.

E in parte avete ragione. Ma io credo che qualsiasi sentimento che veda una persona coinvolta in un emozionante turbine di passione e stupore possa definirsi innamorata. Anche se poi, ad onor del vero, se non c’è reciprocità, si è destinati sono alla sofferenza (parola di tormentata, condannata per anni a nottate di dubbi e tumulti).

Esistono amori e amori.

Esiste l’amore raccontato dai poeti classici, che ci ha fatto sognare per anni, ed esiste quello più concreto, più “reale”. L’amore delle fiabe è una cazzata, ve lo dico subito. Se avete letto il mio post “se le principesse potessero parlare” sapete che il “vissero felici e contenti” è davvero una blanda illusione. Il principe azzurro è una chimera, un sogno, una finzione creata ad hoc che ha tormentato tutte quelle della mia generazione. Schiere di donne cresciute a pane e fiabe che superata l’adolescenza hanno dovuto fare i conti con una verità incontrovertibile: quelle stronze di Cenerentola, Biancaneve e Azzurra ci hanno raccontato solo bugie.

Allora cos’è l’amore?

Dall’alto delle mie esperienze e indagini giornalistiche di una certa rilevanza – altro che le analisi sul futuro governo Draghi – ho messo su una serie di pensieri che voglio condividere con voi. Perché nonostante mi descriva come cinica e fredda, la mia indole rimarrà sempre quella della romantica sognatrice. Adoro le storie a lieto fine, quelle da batticuore, da adolescente con le prime passioni, anche se, devo ammettere che nella vita reale, nessun Mark Darcy si è mai presentato sotto casa mia dichiarandomi amore eterno.

Tutte noi facciamo un errore.

Abbiamo concetti rigidi nella definizione dell’amore e della così detta “persona giusta”.

Soprattutto quando si diventa adulte, si rimane cristallizzate su alcune idee preconcette dure a morire: l’amore è rispetto. L’amore è passione. L’amore è esserci nel momento del bisogno. L’amore è… presenza, ma anche passione, e rabbia. Insomma tutto e il contrario di tutto. Idem per l’idea di “persona giusta”: deve essere protettiva, presente, sportiva, assomigliare a Ryan Gosling altrimenti fuori dai piedi. Deve avere il corpo di Chris Hemsworth in Thor, la testa di Barack Obama, con una spruzzata di Michael Jordan qua e là (per chi non lo sapesse è stato definito uomo più bello del mondo).

Ora capite che tutto ciò è praticamente impossibile. Anche perché, alla fine, ci innamoriamo delle persone meno adatte a noi, e più lontane dai nostri ideali costruiti nelle nostre menti dopo anni di Sex and the City, Dawson's Creek e Beverly Hills.

Una cosa accumuna molte di noi: la masochistica voglia di stare con uomini che ci trattano come stracci usa e getta, tormentati, spigolosi, lontani, distanti anni luce emotivamente dalla relazione.

Solo che nel momento in cui la vocina della coscienza ci dice di darcela a gambe levate, siamo già nel mood “io sono la tua crocerossina e ti salverò da tutto”. La sfida, la voglia di redimere lo stronzo di turno è più forte di ogni ideale che avevamo nella testa. E il più delle volte il risultato è desolante e frustrante.

Non parlo per sentito dire eh. Io per anni sono stata cintura nera di uomini sbagliati.

Ma poi, improvvisamente, una voragine di luce ha faccio breccia nel mio cuore, in modo totalmente inaspettata lasciandomi spiazzata e stupita (con buona pace della mia ansia mattutina).

Un sentimento come l’amore non può essere incasellato in ideali, mi sembra chiaro.

Ma non confondiamo mai l’amore basato su sentimenti autentici e condivisi con quello unidirezionale, dove ci si sente perennemente sbagliate, confuse, in crisi con il mondo e con se stesse.

Se c’è una cosa che ho imparato da questo sentimento è che dove c’è serenità c’è amore.

Dove c’è reciproca comprensione, c’è amore.

Dove c’è la voglia di costruire, di conoscersi, di mettersi in gioco, lì c’è amore.

Dove cerchiamo di mettere la felicità dell’altra persona al primo posto c’è amore.

Ecco.

Quando siamo noi stesse.

Quando ci sentiamo “a casa”.

Quando non ci sentiamo giudicate.

Quando i nostri limiti – perché li abbiamo tutti- sono visti dall’altro non come il peggiore dei difetti ma come qualcosa che ci rende comunque uniche.

Quando possiamo essere fragili, sapendo che l’altro mai utilizzerà le nostre debolezze per ferirci.

Quando durante i litigi, non c'è una lotta per la supremazia, ma un confronto costruttivo.

Quando siamo in pace con noi stesse e con il mondo che ci circonda.

Quando sentiamo che la nostra vita così com’è, è già bellissima ma vogliamo che l’altro ne faccia parte perché la arricchisce e ci arricchisce.

Quando c’è gentilezza e complicità, sorrisi e progetti comuni.

Quando si torna un po’ bambini.

Vengo da anni di tormenti e confusioni. Di scelte sbagliate e grandi errori. Sono una mamma separata che per anni si è chiesta cosa realmente fosse l’amore, perché in tutto ciò che vivevo, non ce n’era neanche una briciola, di questo sentimento.

Poi, inaspettatamente è arrivato qualcuno. Ci sono voluti anni di terapia post separazione per capire che la persona giusta non debba per forza farci stare sempre sulle montagne russe. Che esiste la passione senza tormento, la serenità senza noia, e che quando trovi un mix di tutto, allora forse, stai vivendo davvero un vero amore. C’è chi crea voragini dentro di noi e chi invece ricuce le nostre ferite. Chi fa quest’ultima cosa, riesce a farlo semplicemente perché ti ama. Nella forma più autentica del concetto.

San Valentino è una festa commerciale e a tratti mielosa, ma ben venga se serve per ricordarci che esistono Amori e “non” amori.

Gli amori, quelli veri, si sentono sempre. Non chiedono nulla. Non lasciano dubbi.

Sono attimi di estasi che a volte durano tutta una vita.

Dedico questo post al mio primo grande amore, Francesco. Con la speranza che nella sua vita possa provare l’autenticità di un sentimento così travolgente e meraviglioso.

E poi c’è il mio secondo amore, Luca. Perché inaspettatamente è piombato nella mia vita e mi ha salvata. In tutti i modi possibili e immaginabili.


Valentina Catini

Valentina Catini, giornalista pubblicista, blogger e autrice, è mamma di due maschi urlanti e capricciosi e lavora nel caotico mon... Scopri di più sull'autore