Ah, le storie a lieto fine!
Ah l’amore!
Negli ultimi giorni - presa da un’abulia emozionale - ho riletto alcune poesie d’amore che i grandi scrittori hanno dedicato alle loro amate. Senza scomodare Dante e la sua donna angelo, ne ho trovate alcune che rappresentano l’amore romantico in tutte le sue sfaccettature. E così riflettendo sul tema mi sono chiesta: questo amore romantico dura per sempre? Ho passato, nel tempo, serate intere a vedermi i film che analizzavano il suddetto tema, e mi sono spesso sentita come Bridget Jones in attesa di incontrare finalmente il suo Mark Darcy. Ho lasciato scorrere le emozioni, ho aspettato che il tempo – e il destino - mi aiutassero a trovare il “mio” lieto fine.
Poi cos’è successo? Ho passato anni a raccontare su questo blog le mie dis - avventure: gli amori, quelli tormentati; le uscite, quelle con le amiche a ridere a crepapelle; gli uomini bamboccioni, mammoni, narcisisti, infantili, sfuggenti e incomprensibili… credo che potrei tenere un corso su come difendersi da certi soggetti da circo.
Poi, in una mite serata si settembre è arrivato il mio lui.
Ci sono voluti anni di terapia e di storie sbagliate per capire che forse, lui, era quello giusto. Che forse, le storie d’amore non racchiudono in se arcani misteri che vanno scoperti e gestiti ma che, al contrario, sono la cosa più semplice che esista. Sia chiaro, l’amore non è sempre semplice, dire una cosa del genere è come affermare che i figli si crescono tutti allo stesso modo.
A volte è complicato, difficoltoso... ma quando c’è, lo senti.
Quando è vero porta sempre a qualcosa di buono. Ricuce le ferite, aggiunge e non toglie, è un raggio di sole dopo una giornata di diluvio universale.
È come se ci regalasse la pace tanto agognata.
E così dopo due anni belli e intensi, un bambino di 5 mesi e una convivenza caotica ma bellissima, eccomi qui, promessa sposa.
E come recita la favola, posso dire che in fondo, stiamo vivendo tutti felici e contenti… beh sì - più o meno. Cioè, sì, ma non tutti i giorni, ad ogni ora è in ogni momento della mia vita! E vissero tutti felici e - non sempre - contenti dovrebbe essere adottata in tutte le favole romantiche.
Perché se nei film c’è il sogno è la finzione, la realtà, con i suoi ritmi i suoi obblighi e le sue contraddizioni ci pone davanti a una consapevolezza meno fantasiosa: ovvero che siamo umani, che la vita è complicata, che una storia - anche la più sana- ha i suoi momenti di up and down, che è tutto nella normale amministrazione e il modo il cui viviamo certe emozioni fa la differenza. Ho sempre avuto un’idea un po’ cinica ma in parte romantica su come dovesse essere la mia vita coppia: con un compagno degno, affettuoso, presente dolce e stabile emotivamente…
E così è stato, in effetti.
Ma quando le vite turbolente, la routine e i figli ci mettono mano non è sempre tutto così scontato e ovvio. Non è un film, non è un’idea preconcetta che ci siamo costruite e che va rispettata ad ogni costo. Le relazioni in sé e per sé, anche le migliori- non sono un oggetto statico dentro il quale tutto rimane immutato ma, al contrario, sono un ménage dove le persone crescono, cambiano, attraversano momenti di difficoltà, paure, insicurezze, preoccupazioni personali.
Dove spesso la comunicazione può essere un ponte che unisce due anime o una linea ferroviaria momentaneamente interrotta.
E questo succede perché siamo umani, fallibili, con momenti di cauta insicurezza, di paure, di bisogni non soddisfatti, di lotte interiori e di problemi personali.
Non voglio dire che debba essere sempre una lotta all’ultimo sangue, Dio ce ne liberi. Quello che sto cercando di dire è che invece, la realtà non è un film della Disney preconfezionato e perfetto. È anche - e per fortuna- vita reale. E qui viene il bello. O il brutto, dipende dal punto vista con cui si approccia alla questione… Nelle relazioni- soprattutto con i figli - ci sono momenti di allontanamento, di riavvicinamento, di discussioni, di pace di difficoltà e di unità. È tutto questo è parte fondante di ogni coppia che sceglie di condividere la vita insieme.
Alcune aspettative possono venire deluse, altre no. Alcuni giorni può essere tutto tranquillo, e altri no. Potremmo sentire il bisogno di essere apprezzate di più, amate di più, comprese di più, perché siamo donne e abbiamo una testa che funziona in maniera diametralmente opposta a quella degli uomini. E può capitare che dall’altra parte non si capisca davvero cosa proviamo.
Eppure, tutto questo, è parte sana di una coppia stabile!
Ho sempre pensato che la coppia dovesse essere caratterizzata da emozioni forti, alti, bassi, salite, discese, un viaggio sempre sulla cresta dell’onda. Poi però capisci che in una relazione stabile non può essere sempre tutto un “wow” all’ennesima potenza, non può essere una continua montagna russa! La vera stabilità è nella “normalità”, nelle piccole cose quotidiane, negli aiuti reciproci, nel comprendersi e tollerarsi ogni giorno. Ci saranno sempre momenti il cui qualcosa non va come speravamo ma, un conto è la gestione del caos quotidiano che finisce per ricadere anche un po' sul ménage di coppia, un conto è vivere ogni relazione come se stessimo in una tragedia shakespeariana.
E quindi, concludendo: no, non vissero tutti felici e contenti.
Vissero felici, spesso, nella maggior dei casi, con qualche piccola parentesi di scocciatura, arrabbiature e piccoli battibecchi fisiologici. Felici e – non sempre- contenti.
Lo so, la nostra generazione è abituata al tutto perfetto ora e subito, al non scendere a compromesso, a vivere tutto a 360 gradi e poi quando il gioco si fa duro, smollare e voltare pagina.
Ma la vera sfida, la grande sfida, è vivere la normalità.
La vera sfida è sopportare i limiti dell’altro, accoglierli, riderci su, affrontare le difficoltà insieme. La vera sfida è godere appieno ogni giorno, con quello che comporta, momenti belli e momenti di nervosismo, con leggerezza e un pizzico di pazzia.
Perché se è vero che questi tempi con i loro ritmi frenetici ci mettono ogni momento a dura prova, è altrettanto vero che abbiamo sempre più bisogno di un luogo dove poter essere noi stessi. Nel bene e nel male. Non abbiamo bisogno della favola, del vissero sempre felici e contenti. Non esiste!
Abbiamo bisogno, di supporto, sorrisi, complicità e costanza. Abbiamo bisogno di qualcuno che abbracci le nostre fragilità, con cui essere reciprocamente di supporto, con cui camminare mano nella mano in questa giungla infernale che spesso è la vita.
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