Quello che ho capito sull’essere madre

Valentina Catini Valentina Catini, 16 maggio 2019
Anche da madri, non rinunciate al rapporto più importante di tutti: quello con voi stesse. Photocredit: Derek Thomson@Unsplash Anche da madri, non rinunciate al rapporto più importante di tutti: quello con voi stesse. Photocredit: Derek Thomson@Unsplash

Dove si mette vero amore, arriva sempre una crescita personale. E' questa la cosa più importante che, da madri, dobbiamo ricordare

Essere madre.

Questa parola, così memorabile racchiude tutto. Raccoglie il nostro passato, la nostra crescita, il nostro modo di amare. E racchiude il nostro futuro, quello che saremo, forse, un giorno. Quanto amore riusciremo a dare, se il nostro vaso emotivo sarà stato riempito con autostima e amore in età evolutiva.

Non mi sono mai posta questa domanda, finché, madre non lo sono diventata anche io.

Prima di allora, ero una giovane donna che ancora cercava di trovare un posto nel mondo. Ho trascorso anni a comprendere chi fossi e chi volessi essere. E con tutta onestà, quando pensavo che un giorno sarei diventata mamma, un brivido di ansia mi paralizzava la mente. Insomma, una come me, una mamma? Mi sono sempre sentita molto figlia e poco incline all’idea di dover rappresentare un altro ruolo. Molto più maturo, molto più impegnativo.

Diversamente dalle mie amiche, io a venticinque anni pensavo alla Laurea, a dare un senso alla mia vita, a vivere di emozioni e di passioni. Non ho mai avuto paura del tempo che passasse, della concezione secondo cui “a un certo punto è anche giusto mettere su famiglia”. Chi lo dice quando sia giunto il momento? Nessuno può dircelo. Nessuno. Né tantomeno alcune concezioni culturali dure a morire.

Poi all’età di trent’anni, mi sono ritrovata un fagotto tra le braccia.

Vi direi una cavolata se vi dicessi, che avevo ponderato bene la mia decisione, che ero consapevole, pronta e sicura del mio ruolo materno.

Ho fatto un figlio seguendo un po’ l’incoscienza non sapendo minimamente a cosa sarei andata incontro.

Impreparata. Al mio primo incontro con mio figlio ero totalmente impreparata. Lo osservavo nel suo lettino come si osservano degli oggetti mistici preziosi. Ed ora? Cosa devo fare? Ma sta bene? Sta dormendo? Ha fame? Sarò all’altezza?

Diventare mamme è davvero un esperienza indescrivibile.

È un esplosione di emozioni ingestibili

È un vento caldo che ti scompiglia i capelli

È mare in burrasca che ti lascia sperduta e disorientata

È un giardino in fiore che vede i primi boccioli di primavera

È unico, inspiegabile e avvolgente.

Photocredit: Wes Hicks @ Unsplash

E non esiste una ricetta per essere mamma.

Non ci sono manuali, non ci sono indirizzi chiari. Non abbiamo insomma, nessuna formula magica.

Però una cosa ve la voglio dire.

Il mio senso materno è arrivato con mio figlio Francesco. Prima era quasi inesistente.

E giorno dopo giorno abbiamo costruito il nostro rapporto.

Abbiamo iniziato a sentirci, odorarci, amarci.

Ancora sento il suo odore da neonato nella mia testa. Ancora ricordo i suoi primi sorrisi, le sue prime parole. E le nottate senza dormire. Le lacrime da baby blues arrivate a 4 giorni dal parto, senza preavviso.

Mi sentivo talmente inadeguata che ero terrorizzata.

E poi è successo qualcosa. Abbiamo costruito il nostro amore, la nostra relazione.

Non vi dirò che è la cosa più bella che una donna possa provare nella sua vita.

È però sicuramente una delle esperienze più eccezionali. E sarebbe un peccato non viverla. Ma, vedete anche in questo, ogni donna deve sentirsi libera di scegliere cosa sia più giusto per la sua vita. Non ci sono donne di serie A con figli e donne di serie B che non li vogliono. Ci sono le donne, punto. E poi ci sono io, che come voi, sono madre da sei anni e ancora cerco di capirci qualcosa.

E mentre lui sta crescendo, io cresco insieme a lui.

Mentre lui prende le misure per i suoi primi passi, io prendo le misure su come poter essere una mamma adeguata.

Non esiste un modo per essere una mamma perfetta.

Ma chissenefrega.

Io non voglio essere una mamma perfetta.

Voglio rimanere io e basta. Con la mia individualità, con le mie passioni, la mia voglia di mangiare la vita. E tutto questo lo voglio fare insieme a mio figlio.

Probabilmente non sarò mai una donna che centra tutta sulla vita sulla crescita di un figlio. Che riverserà progetti e aspirazioni sul proprio figlio. Che metterà al primo posto la casa in ordine, i vestiti perfettamente stirati, i pavimenti perfettamente puliti, e la cameretta che sa ogni giorno di nuovo.

Che organizzerà feste e attività ogni dannato giorno della settimana. Sarò un madre disordinata, a volte scontante e spessissimo stanca.

Siate madri, in qualunque modo vi sentiate di esserlo.

Siate donne e madri.

Non perdete mai di vista voi stesse, con le vostre pulsioni, le vostre passioni e i vostri sogni.

Abbiate una felicità delirante e condividetela con vostro figlio

Siate voi stesse, sempre. Nel bene e nel male.

Non abbiate paura di pensare che rimpiangete i tempi della spensieratezza.

Siamo umane.

Non abbiate paura di dire che vostro figlio è insopportabile e che non vedete l’ora che si metta a dormire.

Anche noi abbiamo bisogno di una pausa.

Siate sempre in contatto voi stesse e seguite il vostro cuore.

Forse a volte sbaglierete. Ma insegnerete ai vostri figli una lezione importantissima: che nella vita, dove si mette amore, arriva sempre una crescita personale.

Qualcosa che ci permette di conoscere intimamente noi stessi.

Mettiamo amore e anima, sempre. Questo conta.

E i nostri figli, non potranno che essere fieri di avere al loro fianco delle donne, che pur essendo diventate delle madri, non hanno mai perso il rapporto più importante della loro vita: quello con loro stesse.

Forse è questa la prima lezione che dobbiamo insegnargli.

A Francesco.

Al nostro percorso insieme.

Sempre uniti, mano nella mano, per affrontare le avventure della vita.

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Valentina Catini

Valentina Catini, giornalista pubblicista, blogger e autrice, è mamma di due maschi urlanti e capricciosi e lavora nel caotico mon... Scopri di più sull'autore