Iniziamo sgombrando il campo da equivoci: se andando in Oman vi aspettate di visitare il classico Paese medio-orientale anticheggiante arabescheggiante, con tanto di moschee, scuole coraniche, architettura locale, antichi ristorantini, artigianato, folklore, musica e locali tipici ====› cambiate destinazione.
L’Oman è sì un Paese arabo e musulmano, ma non è tanto nella storia né nei tratti culturali che va cercata la motivazione principale per visitarlo. A parte i numerosi forti (a volte abbandonati ed altre volte restaurati) ed alcuni antichi villaggi diroccati, di storico non c’è molto, e di tipico nemmeno. Le moschee sono tutte nuovissime e non particolarmente interessanti. Ci si va per ammirare lo spettacolo potente della sua natura e dei suoi paesaggi, e per assistere ad una delle più rapide e per questo spettacolari trasformazioni che un Paese possa subire. Ed anche per godere di un clima che, nei nostri mesi inverali, è davvero gradevolissimo anche grazie alla prossimità al mare ed all’estensione delle coste. Sconsigliata la visita nei nostri mesi estivi, quando le temperature diventano torride (circa 45° c). A dicembre, invece, potrete bearvi di un gradevolissimo clima da fine maggio italiano.
Atterrerete a Muscat, ed in aeroporto ritirerete il vostro fuoristrada. Impensabile fare il viaggio senza, data l’assenza pressoché totale di mezzi pubblici: trattasi quindi, naturalmente, di itinerario tipicamente di gruppo o almeno di coppia. Necessario che l’auto sia un fuoristrada, per la presenza di vaste aree desertiche (e perché alle dune – spettacolari - ci arriverete con la vostra auto).
Muscat è un comprensorio urbano che sorge intorno ai palazzi del potere locali: una sorta di cittadella di palazzi della pubblica amministrazione e di residenze del Sultano di gusto inconfondibilmente kitsch, come una Disneyland per adulti, le cui caratteristiche fanno simpatia ma rivelano senza tema di smentita l’assenza di una storia e di una cultura architettonica locale.
Dovete sapere che l’Oman è stato da sempre un Paese sostanzialmente tribale, che sta approdando alla modernità da qualche decennio, cioè da quando l’attuale sultano Qaboos Bin Said è assurto al potere, dopo essersi formato in Inghilterra, avviandone una trasformazione all’occidentale tale per cui il Paese è praticamente un cantiere a cielo aperto, con opere pubbliche in costruzione quasi ovunque (motivo per cui peraltro si consiglia di visitarlo adesso, in questi anni, prima che la sua paventata trasformazione in mega parco giochi sia completata). L’Oman è appunto un sultanato, una monarchia assoluta in cui il Parlamento ha poteri limitatissimi, tuttavia il Sultano “illuminato” sembra essere sinceramente amato dai suoi sudditi, che anzi sono molto dispiaciuti e preoccupati all’idea che sembri destinato (è ormai anziano) a morire senza lasciare figli. Qaboos Bin Said è il solo artefice della modernizzazione dell’Oman, legata anche ad accordi sapientemente stipulati con compagnie energetiche per lo sfruttamento di petrolio e gas locali, da cui deriva il nuovo benessere della popolazione, distribuito in modo relativamente equo, del che va pure dato atto al Sultano, posto che la rapidità della crescita economica che il Paese ha conosciuto aveva ogni probabilità di essere foriera di sperequazioni e invece ha portato ad un buon livello d diffusione del benessere. Le donne sono in gran parte velate, alcune integralmente, ma per la maggior parte girano a volto scoperto. Il Paese è tuttavia, nel complesso, tollerante e relativamente aperto. La popolazione locale è ospitale e disponibile ma non molto attrezzata in media in quanto a lingue straniere.
Anyway. A parte il porto, il suq ed il mercato del pesce di Muttrah, a Muscat non c’è molto. Una notevole particolarità di questa città è la sua superficie pianeggiante da cui spuntano taglienti le rocce delle montagne retrostanti, senza digradare ma “a taglio”, un po’ come nei disegni dei bambini :) rocce peraltro vulcaniche, scure e lucide, uno spettacolo che lascia senza fiato per quanto è insolito :)
Importante raccomandazione: prima di mettervi alla guida per attraversare il Paese, assicuratevi di avere uno strumento umano o tecnologico che vi permetta di orientarvi. Quindi o reclutate una guida locale (fattibile, soprattutto per gruppi numerosi), oppure fate in modo da avere un navigatore (nemmeno le mappe bastano) perché la segnaletica è pressoché inesistente e vi perdereste senz’altro. E non potrete contare sull’aiuto degli oriundi i quali, pur gentilissimi e desiderosi di essere di aiuto ai turisti, sono assistiti generalmente da un pessimo inglese: non ci capirete niente delle indicazioni che vi daranno.
Tra le bellezze che vi andrete a cercare ci saranno sicuramente i Wadi, in particolare Wadi Bani Khalid con le sue strepitose piscine naturali in cui potrete anche fare una bella nuotata.
Anche il più selvaggio Wadi Bani Awf merita una passeggiata (molto consigliate in questo caso scarpe da trekking, il percorso è abbastanza accidentato).
Strepitose per luce e colori le spiagge, solitamente assi selvagge e frequentate da pescatori.
Su alcune spiagge di sabbia fine le tartarughe (grosse tartarughe marine) depongono le loro uova; con una visita notturna (con torcia) potrete assistere a questo spettacolo mozzafiato.
La White beach (battezzata così dai turisti occidentali) è balneabile e adatta ad un bel tuffo, occhio per le donne a mettersi in bikini (anche se di solito non ci sono problemi, dipende da chi c’è nei paraggi).
Una visita la merita sicuramente l’antica capitale di Nizwa, con il caratteristico suq ed il mercato degli animali, e l’enorme fortezza dalle mura merlate tra cui svettano la cupola e minareto della moschea.
Bellissime le strade che si inerpicano tra le oasi di palme da dattero. Gustosissimi e a buon mercato i datteri locali (la frutta, in generale, è molto buona).
Mozzafiato il deserto con le sue incredibili dune. Un tour in fuoristrada guidato da un autista locale sarà un’emozione che non dimenticherete.
Deliziosa la cittadina di Sur, considerata da alcuni storici la città d'origine del popolo fenicio e ai tempi grande porto commerciale al centro dei traffici con l'Africa orientale e l’India.
Curiosa la dolina (diciamo pure una grossa buca nella roccia) di Bimmah, una profonda cavità nel terreno nel quale si infiltra l’acqua del mare poco distante. Ci si può fare anche un bel bagnetto.
L’artigianato locale non è esaltante (a parte dei discreti profumi a base di ambra, qualche sciarpa e le solite spezie e terracotte) e neppure la cucina locale lo è.
Ma il Paese merita senz’altro un viaggio, anche considerando la distanza tutto sommato moderata dall’Italia ed i costi ancora contenuti, specie per gli alberghi.
Buon viaggio!
Grazie di cuore a Vittorio Baldasseroni, autore di buona parte delle foto contenute in questo articolo (esattamente la prima, la terza, la sesta, la decima, l'undicesima, la dodicesima, la tredicesima e la quattordicesima), per averne autorizzato la pubblicazione su questo sito.
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