Superare questo periodo è già abbastanza: come sopravvivere psicologicamente alla pandemia da Covid-19

Aubree Brown Aubree Brown, 01 aprile 2020
Accogliere le emozioni negative. Photocredit: Natalia Figueredo@Unsplash Accogliere le emozioni negative. Photocredit: Natalia Figueredo@Unsplash

Davvero dovresti sfruttare al massimo il tempo libero forzato della quarantena?

Articolo originariamente pubblicato sulla rivista di lifestyle ElephantJournal.

In questo periodo mi sono imbattuta in un sacco di newsletters, articoli e massaggi di amici che parlavano di come sfruttare al meglio il tempo libero che dobbiamo trascorrere a casa in conseguenza delle misure restrittive introdotte per controllare la pandemia.

L'opinione generale sembra essere questa: dato che dobbiamo stare a casa 24 ore al giorno e 7 giorni a settimana, perché non imparare una nuova lingua, acquisire una nuova abilità o trasformarci in una versione più avanzata, "fit" di noi stessi?

Credo di aver ricevuto qualcosa come 60 o più email da insegnanti, guaritori vari, autori, tutte per incoraggiarmi a partecipare a sessioni di meditazione o ad altri corsi. E, anche se apprezzo i loro sforzi ed i loro approfondimenti, ho la chiara sensazione che qui, ci stia sfuggendo qualcosa.

La nostra società è cambiata da 0 a 60, o meglio da 60 a zero in questo caso, nello spazio di appena una settimana. L'atteggiamento della gente è passato da "il virus non è un problema che ci riguarda" al "tutti chiusi dentro per settimane o mesi, e non allontanarsi mai da casa".

Ci sembrava che tutto fosse a posto, e invece no, non lo era.

Anche se per molti il lavoro continua, ogni altra attività ha subito una stridente frenata. Incontri con amici e familiari, eventi sociali, attività di intrattenimento, pranzi e cene fuori, semplici passeggiate fuori casa.

E' importante fermarsi e riconoscere che le nostre realtà hanno subito un cambiamento radicale, sia individualmente che collettivamente, nel giro di pochi giorni. Siamo bloccati in casa quando due settimane fa la maggior parte di noi poteva uscire e andare in giro liberamente senza preoccuparsi più di tanto della propria salute. Sembra che siamo entrati in una realtà parallela in cui siamo 1) fisicamente limitati, 2) socialmente isolati, 3) pieni di incertezze sul futuro e 4) ogni nostra scelta individuale non conforme può avere conseguenze enormi e disastrose.

Visto da lontano, il virus non sembrava neanche reale. E ora eccolo qui. Ed eccoci qui - catapultati dentro una specie di incubo distopico.

E improvvisamente tutti sembrano proiettati in una fase esistenziale, quasi fanatica, di dedizione al miglioramento di sé. Per me, questo è un modo di praticare quella che gli psicologi chiamano negazione. E' come se ci dicessimo che "tutto va bene" ed abbracciassimo questo luogo comunque, per poi ripiombare bruscamente sulla realtà delle cose.

E nella realtà ci sono morti, perdite, dolore, e c'è una paura che nasce da tutto ciò che stiamo sperimentando adesso.

Negare queste paure è negare la realtà della situazione, e quindi rinnegare noi stessi. E io ho capito e sperimentato che tutti i dis-agi che neghiamo si annidano lì sullo sfondo, pretendendo la nostra attenzione, finché non li riconosciamo e li elaboriamo, individualmente e collettivamente.

E allora io sono qui per incoraggiarti a fermarti e lasciare entrare queste emozioni negative. Voglio invitare tutti noi a riconoscere la tragedia e la durezza nelle quali siamo sprofondati - a prenderci una pausa.

Siamo alle prese con un trauma collettivo e sembra che non vogliamo accettarlo.

Ma grazie a decenni di ricerca ed esperienza di psicologia, possiamo capire meglio.

Quindi, stai con i tuoi sentimenti. Concediti di non fare niente per un po'. Sii presente a cosa accade dentro te. Non cercare continuamente di distrarti, a meno che tu non ne senta il bisogno. Hai capacità di fare spazio dentro te, di essere triste per la situazione senza soccombere, quindi, per favore, fallo. Per te, e per tutti gli altri. Perché altrimenti, starai operando da una posizione di distrazione, falsa tranquillità e negazione. Non da una posizione di presenza e saggezza.

Se c'è tristezza, paura, ansia, terrore, incertezza o tutte queste cose insieme, permetti queste emozioni di esserci.

Dai loro un nome, sentile nel tuo corpo. E poi balla, muoviti, canta, crea, corri scrivi, prendi a pugni i cuscini - fai qualsiasi cosa ti permetta di esprimere quel che senti dentro. E se senti di avere bisogno di aiuto, chiama un amico fidato o un professionista.

Infine, la distrazione un pratico ed efficace strumento di pacificazione, che ci aiuta a prendere una distanza da quello che sta accadendo. Io stessa ricorro alle distrazioni quando sento di non farcela diversamente - come la lista delle cose che ho visto su Netflix potrebbe confermare. Tra tutti i vizi, è quello più innocuo e non andrebbe certo demonizzato, specie se praticato con moderazione. Ma non risolve ciò che ci affligge. Negando i nostri sentimenti, anche a noi stessi, ci allontaniamo dalla vera connessione con noi stessi e con gli altri.

Quindi sii autentica con te stessa e permettiti di essere vulnerabile.

Accetta che ti accada quel che che accade dentro di te e, se ne senti il bisogno, condividilo con altre persone.

Meriti di ricevere, e di guarire.

Quindi, fai esattamente ciò che ti fa stare bene. Non è necessario iniziare adesso a modellare l'argilla o a imparare il cinese, né a fare qualsiasi altra cosa. Non fingere davanti a te stessa o a chiunque di essere altro da ciò che sei - un essere umano molto probabilmente spaventato.

Respira. Senti. Sopravvivi alla giornata. E ripeti.

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Questo articolo è stato tradotto e pubblicato grazie all'autorizzazione dell'autrice.


Aubree Brown

Aubree Brown è una Life Coach certificata specializzata nell'aiutare giovani donne teenager e ventenni a superare ansie e insicure... Scopri di più sull'autore