Perché ci piacciono gli stronzi?

Valentina Catini Valentina Catini, 10 luglio 2019
Perché finiamo sempre per ricascarci? Photocredit: Quinten De Graaf@Unsplash Perché finiamo sempre per ricascarci? Photocredit: Quinten De Graaf@Unsplash

Nessun bip. Nessun messaggio. Forse è successo qualcosa, sarà morto?

Eccomi qui. Di nuovo. Mi muovo in continuazione e ho gli occhi puntati sul telefono. Nessun bip. Nessun messaggio. Forse è successo qualcosa, ha avuto un incidente con la moto e non può muovere neanche le dita delle mani!

Oppure è morto. Oddio. Dovrò andare al suo funerale? Gli metterò un rosa rossa simbolo della passione e del nostro bellissimo mese trascorso insieme…Però che sfiga, doveva morire proprio adesso che andava tutto a gonfie vele? Sono davvero sfortunata!

Houston chiama Valentina. Probabilmente niente di tutto quello che sto pensando è realmente accaduto. La mente a volte ci gioca proprio brutti scherzi! La verità è che il mio adorato amato sarà al mare con gli amici a sorseggiare vino bianco davanti a un bellissimo tramonto estivo con gli occhi puntati su un bel fondo schiena sodo.

E quindi non mi cerca semplicemente perché non è interessato, non vuole una storia con me, non è innamorato, non ci tiene. Una scomoda verità, purtroppo.

E come ogni anno, dai tempi del liceo fino ad oggi (venti anni) ci sono ricascata.

Ci siamo ricascate, perché ho come la sensazione che questo post riguardi buona parte dell’universo femminile. Riguardi un po’tutte. Noi donne manager, lavoratrici, mamme single, studentesse, operaie, laureande, ereditiere… non c’è differenza sociale quando si tratta di uomini stronzi. Nessuna ne è immune. E spesso, un po’ per abitudine, un po’ per delle carenze affettive profonde, finiamo per ripetere sempre gli stessi copioni. Giuriamo a noi stesse che mai più avremo a che fare con un uomo narcisista e sfuggente e poi, bastano due paroline, qualche effusione romantica che ci annebbi il cervello e siamo fregate di nuovo. Seconda verità scomoda: più siamo ignorate e più in noi scatta il desiderio incoscio (e conscio) di volere a tutti i costi il bello e tenebroso in questione.

Tanto per iniziare so di chi è la colpa. E il suo nome è Carrie Bradshow.

Ci sono volute sei serie, novantaquattro episodi, per vedere che alla fine, la nostra beniamina moderna, scrittrice di successo, amante della moda e dei tacchi a spillo, delle Manolo Blahnick e dei locali esclusivi, abbia deciso di mettersi con lui, l’uomo più sfuggente della terra: Mr. Big. Vi rendete conto?

Non ha coronato il suo sogno d’amore con Ayden, il rassicurante ragazzotto che si occupava di design, sempre presente e affettuoso, uomo di casa dolce e protettivo.

No! Alla fine dell’ultima stagione, lei sceglie Big. Ovvero, il più stronzo.

Quello che le ha fatto passare dieci anni di prendi e lascia per poi volare a Parigi e dirle: “Ci sono voluti anni, ma alla fine sono qui. Carrie è te che voglio”. Il finale è commovente, lo ammetto. Tutte le volte che lo rivedo le lacrime scivolano giù neanche fosse un’adolescente alla prime armi.

Ma il tema è che questa poveretta ha passato l’inferno prima di coronare il suo sogno d’amore. Non è forse uno stronzo, uno che per anni rifugge dalla storie serie, si sposa, ti tiene come amante e alla fine si sveglia una mattina e decide che, avendo perso il giocattolino, lo rivuole immediatamente?

Ecco. Io dico che se abbiamo ancora il debole per uomini che valgono la metà di noi, la colpa è anche un po’ di Carrie. Poi, però ci sono tutte una serie di cause personali ed emotive che ci fanno scegliere sempre gli stessi uomini.

Ma perché abbiamo il debole per l’uomo stronzo?

Si può essere stronzi in tanti modi, questo è evidente, ma certamente ci sono delle caratteristiche comuni che portano la maggior parte di noi a rimanere ancorate a personaggi che non si meriterebbero neanche un ciao.

Sono sfuggenti, scostanti, a tratti dolcissimi e poi freddi come iceberg. Ci fanno vivere una continua giostra emotiva, non si dichiarano mai, non sono pronti per una storia seria e alternano momenti di grandi slanci emotivi a momenti di silenzio totale. E voi li a torturarvi e a chiedervi che cosa abbiate sbagliato.

È evidente che l’unica cosa sbagliata sia stata la scelta dell’uomo in questione. Il problema è che ci piacciono. Oh sì, ci piacciono da morire. E in un modo o nell’altro riescono a creare con noi una sorta di dipendenza affettiva che ci fa tornare sui nostri passi infinite volte perché con loro “ è tutto diverso”. Il sesso, il divertimento, il tempo che si condivide.

Certo che è diverso, siamo bombardate continuamente da scariche di passione ed adrenalina! Non è così semplice in questi casi mantenere i piedi ben saldi per terra e usare la testa. Anche perché non è forse più eccitante vivere storie tormentate piuttosto che rimanere comodamente sedute su un divano con il vostro Ayden che vi passa timidamente i pop corn?

Siamo cresciute con l’idea che l’amore tormentato sia il vero amore.

Pensate a Candy Candy e a Terence, il bello e dannato. Se lei lo avesse ignorato probabilmente ci saremmo evitate anni di terapia. E invece no! Si innamora con trepidante passione, anche quando lui si mette con un’altra.

Terence, alias il narcisista per antonomasia. Il primo della nostra vita. Ma quanti sogni pensando a lui…

E poi, ci sono i film strappalacrime, dove più c’è tormento più sentiamo l’onda dell’amore. Siamo tarate su questo, perché culturalmente abbiamo l’idea sbagliata che salveremo l’uomo tormentato. Che alla fine delle nostre sofferenze, ci sarà un lieto fine, tanti figli e un “vissero per sempre felici e contenti” (e qui cito Walt Disney che con le sue favole e i suoi principi gay, ci ha illuso che potesse esistere l’uomo perfetto).

Ecco cosa scatta nella nostra testa.

Più ci sfugge e più lo desideriamo.

Lo bramiamo come se davanti avessimo una pietra preziosa. Più sentiamo che non è nostro e più ci ergiamo a crocerossine. Siamo quelle che lo salveranno dai suoi problemi, che lo renderanno migliore. In cambio, avremo l’amore tanto agognato.

Se è vero che in amor vince ci fugge, è altrettanto vero che noi donne in questo siamo eccellenti a corrergli dietro come delle maratonete. Almeno una volta nella vita, abbiamo avuto a che fare con un uomo stronzo.

Ma, di nuovo, perché succede?

Perché come dicevo prima, siamo condizionate culturalmente dall’idea degli amori tormentati. Dove c’è passione, c’è tormento, c’è rabbia, c’è sentimento, c’è tutto un gioco di emozioni all’ennesima potenza che ci rendono vive. È energia allo stato puro. E se siete state bambine insicure, romantiche e iper sensibili, mettetevi l’anima in pace. Avrete sempre bisogno di scariche di adrenalina, di sentirvi parte di un avventura emozionale e unica. Odi et amo, diceva Catullo. Però non ha scritto che l’esaurimento in questi casi è alle porte.

E che poi, dovremmo sborsare un sacco di soldi per farci aiutare da uno psicologo.

E se tu tutta questa ricerca degli stronzi celasse invece la paura di vivere una storia autentica?

Se è vero che inseguire come pazze uno stronzo porta con se tantissima energia, è altrettanto vero che ci espone pochissimo. Perché avere a che fare un uomo non disponibile emotivamente ci permette di rimanere nella nostra “comfort zone”, quella che per difesa e paura abbiamo creato dentro di noi. Infatti, vivere una vera storia d’amore, pulita e autentica presuppone tutta una serie di dinamiche relazionali che portano necessariamente a mettersi in gioco, a giocare a carte scoperte, a rischiare. Chi ci sfugge invece non ci dà modo di crescere.

A volte penso che tutto questo sia in parte riconducibile a una parolina di cui tutti parlano e che in pochi hanno: l’autostima.

Pensateci. Una donna che si ama, pretende una relazione vera, non le briciole. Perché sa il suo valore, sa cosa vuole e non perde tempo in stupide frequentazioni.

Solo quando avremmo perfetta conoscenza di noi e di quello che vogliamo saremo in grado di pretendere un uomo degno al nostro fianco.

Quando impareremo a volerci più bene, a prenderci cura di noi e delle nostre esigenze… allora forse, saremo più in grado di dire no. Di scegliere sapientemente l’uomo che ci renda davvero felici. E che non sia solo una scarica di emozioni che a lungo andare fanno male ai nostri nervi e alla nostra sanità mentale.

Il lavoro con noi stesse è sempre impegnativo, ma porta a grandi risultati. Ci libera dalle dipendenze, dagli amori sbagliati e ci fa scegliere liberamente ciò che è davvero giusto per noi. Magari in alcuni periodi ci farà anche piacere avere a che fare con qualche stronzo, ma state sicure, che saremo perfettamente in grado di dire “no, grazie” quando ci renderemo conto che quella persona non fa per noi.

Si chiamano “scelte consapevoli”.

Come la mia. Guardo il telefono e penso “ma perché questo stronzo non mi chiama?”

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Valentina Catini

Valentina Catini, giornalista pubblicista, blogger e autrice, è mamma di due maschi urlanti e capricciosi e lavora nel caotico mon... Scopri di più sull'autore